mercoledì 28 ottobre 2009

Giocattolo animato…

Miller Goodman.

mercoledì 21 ottobre 2009

La poesia dei materiali

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I materiali nascondono possibilità impensabili. Hanno una loro Estetica particolare che soltanto uno sguardo più accurato può svelare. A noi, adulti, spesso sembrano cose senza nessun valore o significato, soprattutto quei semplici rifiuti dimenticati da qualche parte. Infatti, il mondo è pieno di materiali. Forse ne abbiamo anche troppi in giro.

Per i bambini, invece, possono rappresentare un Universo.

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Provate anche voi a guardare i materiali da altri punti di vista. Più da vicino. O da molto lontano. Con le mani. Col cuore. Aspettate l’inaspettato. La sorpresa.

Potete anche provare a fare delle fotografie prendendo materiali diversi da angoli inusitati.

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Anche se sono banali, i materiali ci invitano a un viaggio poetico.

giovedì 15 ottobre 2009

I Laboratori del Fare

Costruire e decostruire concetti, oggetti, elementi, forme, ingegni, giocattoli, "cosi"... partendo da istruzioni semplici, da un input, da uno stimolo fortuito. Da materiali vari.


Meccanismi: cosa sono? a cosa servono?
giocare col movimento, con le possibilità di far muovere qualcosa in modo divertente
a volte straordinario, inusitato, sorprendente
e perché no buffo? un pupazzetto che esce da un cono e gira gira mentre "parla" con una strana voce... una macchinina che cammina con le ruote disassate...

Per far muovere qualcosa, cosa bisogna fare?
Un elemento fisso, uno mobile. Incastri. Elastici. Flessibilità. Spinta. Diverse possibilità.
Poi, pensare anche alla bellezza dell'oggetto.

Alcune condizioni: concentrazione, leggerezza, molta calma, ordine con i materiali e strumenti, totale mancanza di fretta. Non c'è bisogno di terminare in un tempo previsto, tanto il gioco continua ad infinitum.

Ecco un esempio dei nostri Laboratori del Fare.

Fare per cosa? Per imparare, per divertirsi, per capire, per pensare, anche per gioco.


venerdì 9 ottobre 2009

Giocare con la paura

il babau è un mostro bianco per chi di vivere è ormai stanco il babau è un mostro nero finisci dritto al cimitero il babau è tutto rosso corri corri a più non posso il babau è tutto giallo tocca pure al maresciallo il babau è anche blu occhio il prossimo sei tu il babau è di tutti i colori se lo incontri sicuro muori

Babau il Mostro

Secondo la tradizione popolare italiana, il Babau è un mostro immaginario, dalle caratteristiche non ben definite. Può essere invocato dagli adulti per spaventare o minacciare i bambini. Ma soprattutto è uno di quei personaggi che vengono incorporati al gioco infantile (come l’orco, il lupo mannaro, la strega) per rappresentare, simbolizzare e elaborare la paura.

Infatti, la paura è il sentimento più umano che esista e naturalmente cerchiamo delle strategie per gestirla. I piccoli lo fano attraverso il gioco. Giocando, imparano a superare la paura e anche a divertirsi mentre l’affrontano. Ma non solo loro: anche a noi piacciono i film dell'orrore, d’avventura, il rischio calcolato.

Gli psicanalisti affermano che tutte queste componenti “paurose” servono come simbolo dell’Altro nel rapporto madre-figlio. Che le canzoni, personaggi, fiabe che evocano la paura hanno un significato psicologico più importante di quanto si possa immaginare.

Alcuni educatori sostengono che dobbiamo difendere i bambini da queste invasioni “violente”. Non credo. Basta osservare i bambini mentre giocano per concludere come il Babau e i suoi amici sono – non a caso - particolarmente apprezzati. Secondo me, violenza è tutt’altro.

sabato 3 ottobre 2009

RIuSO

Le giornate di raccolta materiali sono spesso divertimento garantito. Questa volta siamo andate in giro insieme alle ragazze di Ottotipi, l’Associazione che collabora con noi presso la sede del Museo del Giocattolo di Santo Stefano Lodigiano. Eravamo in cerca di materiali interessanti e stimolanti per la creatività infantile. Tutti materiali di scarto aziendale/industriale che presto verranno trasformati dalle mani dei bambini in giocattoli, oggetti, istallazioni e altri risultati della loro creatività.

Se volete collaborare con noi in questo senso, ossia se avete qualche possibilità di fornirci, indicarci oppure favorire la nostra ricerca di materiali interessanti da essere riutilizzati nei nostri laboratori, lasciate un commento qui.

Per non dire che la sperimentazione la fanno soltanto i bambini… ecco la nostra Valeria debitamente travestita, in piena attività ludica con i nuovi materiali.

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giovedì 1 ottobre 2009

Rallentare

Le grandi città moderne aumentano di volume, soprattutto in direzione verticale. Non considerano, non vedono neanche, i loro abitanti. Bisogna fare uno sforzo sovraumano per adattarsi alle nuove condizioni imposte.

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Illustrazione: Paula Juchem

L’esterno diventa un luogo di passaggio, attraverso il quale scorrono flussi costanti senza identità. Fermarsi è praticamente impossibile. Lo spazio aperto può non essere neanche percepito nella sua singolarità e nelle sue sfumature.

I bambini diventano “pacchetti” in mezzo alla fretta degli adulti. Non possono camminare (vanno in passeggino). Sono trasportati da una parte all’altra in mezzo a innumerevoli impegni. Corri, sbrigati, veloce, non fare tardi, non fermarti! Formiche? Ma che formiche! No, non c’è tempo per vedere l’uccello! Lascia questo “coso” per terra, è sporco! Ma non posso crederci, vuoi disegnare…adesso?

Invece… sarà possibile fermarsi un po’ e cambiare ritmo? Fare un lungo respiro e riflettere che perdere tempo può significare guadagnare tempo? Rallentare. Questa può essere un' importante e attuale parola.

Pensiamoci.

 
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