giovedì 1 ottobre 2009

Rallentare

Le grandi città moderne aumentano di volume, soprattutto in direzione verticale. Non considerano, non vedono neanche, i loro abitanti. Bisogna fare uno sforzo sovraumano per adattarsi alle nuove condizioni imposte.

Cidade Paula

Illustrazione: Paula Juchem

L’esterno diventa un luogo di passaggio, attraverso il quale scorrono flussi costanti senza identità. Fermarsi è praticamente impossibile. Lo spazio aperto può non essere neanche percepito nella sua singolarità e nelle sue sfumature.

I bambini diventano “pacchetti” in mezzo alla fretta degli adulti. Non possono camminare (vanno in passeggino). Sono trasportati da una parte all’altra in mezzo a innumerevoli impegni. Corri, sbrigati, veloce, non fare tardi, non fermarti! Formiche? Ma che formiche! No, non c’è tempo per vedere l’uccello! Lascia questo “coso” per terra, è sporco! Ma non posso crederci, vuoi disegnare…adesso?

Invece… sarà possibile fermarsi un po’ e cambiare ritmo? Fare un lungo respiro e riflettere che perdere tempo può significare guadagnare tempo? Rallentare. Questa può essere un' importante e attuale parola.

Pensiamoci.

2 commenti:

elena ha detto...

E' prorio vero Claudia, mi sono imposta abbastanza rigorosamente di non usare più il passeggino con Bianca già dai 18 mesi (lo uso solo in casi speciali come lunghissime passeggiate)e la fatica più grossa e meravigliosa è sempre quella di intercettare e poi condividere i gesti, le attenzioni e la sorpresa che Bianca rivolge al mondo esterno. Sto cercando di equilibrare questa nostra bella esperienza con le esigenze più impellenti della vita di tutti i giorni.
Mi piace molto caminare con Bianca.

Claudia ha detto...

Ele, ieri avevo letto anche questo. Un po' drastico, ma vero =)
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-10-02/05.spm
Un bacio a te e a Bianca.

 
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